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Messaggio  anna mancuso Mar Ott 28, 2008 2:22 am

Scuola, nuova ondata proteste prima di voto Senato
lunedì, 27 ottobre 2008 3.28 147
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ROMA (Reuters) - Mentre il Senato si avvia al voto finale sul decreto Gelmini, e un sondaggio indica che gli italiani contrari alla riforma della scuola sono più numerosi dei favorevoli, anche oggi si sono moltiplicate le iniziative di protesta di studenti medi e universitari contro i provvedimenti del governo.

A Roma, un corteo è sfilato dalla Stazione Termini fino in centro, per poi trasformarsi in un sit-in a piazza Navona, a poche decine di metri dal Senato, dove è atteso per mercoledì mattina il voto dell'aula sul decreto 137, già approvato dalla Camera con la fiducia.

La maggioranza di centrodestra ha i numeri necessari, e dunque non si temono sorprese in aula.

Palazzo Madama resta però nel mirino di chi contesta la riforma che punta a introdurre, tra l'altro, il "maestro unico" e il voto in condotta alle elementari e la legge che, tra una miriade di provvedimenti per sostenere la competitività, ha anche varato la possibilità di trasformare le università in fondazioni, tagliando secondo i critici fondi consistenti per gli atenei e bloccando il turn over dei docenti.

Domani pomeriggio, sempre in piazza Navona, comincerà infatti un sit-in in attesa del voto, mentre nelle scuole in rivolta di mezz'Italia si terranno nuove notti bianche.

"Importante: portare striscioni, cartelli delle scuole, le ormai mitiche magliette verdi del coordinamento per essere visibili anche tra i turisti di Piazza Navona", scrive sul proprio sito web il coordinamento genitori- insegnanti che si riunisce in una scuola della periferia romana, l'Iqbal Masih.

Intanto, gli studenti di Ingegneria della "Sapienza" di Roma, accompagnati dai loro docenti, terranno una lezione in piazza davanti alla propria facoltà stasera e domani sera al Colosseo.

Altre proteste si annunciano via web a Urbino - domani corteo alle 10 degli universitari - mentre sullo storico sito Studenti.it si allunga sempre di più l'elenco delle scuole della Penisola che annunciano di essere in autogestione od occupazione.

La Rete degli Studenti Medi - che si definisce "sindacato studentesco", indipendente dai partiti - annuncia sul suo sito "notti bianche e autogestioni con pernotto" tra oggi e il 29 ottobre negli istituti superiori, e la partecipazione alla manifestazione nazionale dei sindacati della scuola che si terrà il 30 ottobre nella Capitale.

SONDAGGIO: MAGGIORANZA ITALIANI CONTRO GELMINI E USO POLIZIA

Intanto, mentre sul sito di social networking Facebook ha superato i 117mila il numero delle adesioni alla causa "A favore dell'istruzione e della ricerca", che contesta la legge 133 di riforma dell'Università, un sondaggio realizzato da Demos per conto del quotidiano "Repubblica" e reso noto oggi dice che il 47% degli italiani sono contrari al decreto Gelmini, contro il 38,5% di favorevoli e il 14,3% che non sa o non risponde.

Il sondaggio dice anche che il 49,4% appoggia la protesta degli studenti, mentre il 38,4% non è d'accordo con le manifestazioni.

Sull'uso delle forze delle ordine per prevenire occupazioni di scuole e università, evocato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il 48,1% degli intervistati risponde che "è sbagliato occupare, ma va tollerato", mentre per il 26,7% "è giusto occupare le Università", dice Demos.

Un quarto degli italiani (il 25,3%) dice invece che occupare è inaccettabile e va impedito "anche con la polizia".

In generale, comunque, la scuola pubblica è difesa e apprezzata dalla grande maggioranza degli intervistati: il 69,3% del campione è soddisfatto delle Elementari pubbliche (contro il 47% delle elementari private), il 62,4% dalle superiori pubbliche e il 59,4% dalle Università.

I problemi principali della scuola, dice ancora il sondaggio, sono "la mancanza di fondi" (18,8%), "lo scarso collegamento col mondo del lavoro" (17,8%) e anche "la violenza negli istituti" (14%: ma rispetto a quattro anni fa, dice Demos, questa voce è cresciuta del 6,4%), la mancanza di sostegni per le famiglie e gli studenti più poveri (13%).

Il 12,6% attribuisce invece la responsabilità principale alla "scarsa qualità degli insegnanti", anche se poi la fiducia negli insegnanti delle scuole pubbliche registra complessivamente il 64,4%.

Il sondaggio è stato realizzato tra il 21 e il 23 ottobre tra 1024 persone di età superiore ai 15 anni.

anna mancuso

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