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I motivi dello sciopero del 18 marzo (da cgil)
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I motivi dello sciopero del 18 marzo (da cgil)
Scuola primaria: i motivi dello sciopero del 18 marzo
Le iscrizioni
si sono chiuse il 28 febbraio e, a quanto risulta dalle prime
proiezioni pubblicate dallo stesso MIUR, la maggioranza dei genitori ha
scelto la scuola delle 30 e delle 40 ore, cioè quella di adesso. Quella
che ha dimostrato sul campo che tempi distesi, moduli, compresenze,
collegialità e programmazione sono ingredienti fondamentali di una
buona scuola.
Ora il governo deve mantenere la parola: dare ascolto alle famiglie
e garantire organici e modelli organizzativi. Bisogna dirlo in modo
chiaro e forte perché il governo ha deciso invece di fare cassa proprio
e principalmente destrutturando un segmento di scuola che funziona,
lasciando a casa decine di migliaia di insegnanti precari e di
personale ATA.
Un'operazione miope e dannosa per i bambini, per le famiglie, per il
Paese e il suo futuro. Così si azzera il lavoro qualificato e proficuo
degli insegnanti; si fa strame della loro capacità di lavorare insieme,
di tenere al centro la relazione educativa e i bisogni di apprendimento
dei bambini e delle bambine, di coinvolgere le famiglie e il territorio
nel progetto educativo, di fare della scuola una comunità che educa.
Insegnanti che ora si prevede di "adattare" ai nuovi ordinamenti
attraverso la "formazione professionale in servizio". Questa è la
valorizzazione della professionalità docente secondo il Ministro
Gelmini: l'adattamento!
Insegnanti "adattati" che dovranno a loro volta lavorare per
l'"adattamento" dei bambini e delle bambine. A che cosa? Ad una scuola
impoverita, richiusa in se stessa, inevitabilmente autoritaria e
oppressiva.
Nel frattempo il PdL Aprea
prevede l'abolizione delle RSU di scuola, così non ci sarà alcun
controllo democratico sulle graduatorie d'istituto e sui criteri in
base ai quali si deciderà quali insegnanti svolgeranno prevalentemente
il loro orario di insegnamento in una sola classe, quali dovranno
distribuirsi su più classi, quali su più plessi e istituti…(altro che
maestro unico, ci sarà il maestro spezzettato!)
Né si può sperare che una vera valorizzazione della professionalità
docente possa venire dalla "articolazione professionale" prevista dal
PdL Aprea, e questo per molte, fondate, ragioni:
È un punto questo particolarmente dolente. Possiamo immaginare quali e
quanti saranno i soggetti privati che vorranno finanziare quelle realtà
dove maggiori sono al tempo stesso il bisogno di scuola e la
dispersione (dalle scuole di Scampia a quelle del Nord Est, a quelle
con maggiore presenza di figli di immigrati, a quelle delle tante
periferie o realtà marginali del Paese).
È il diritto all'istruzione che si vuole smantellare destrutturando
in primis la scuola elementare. Un disegno inaccettabile, da
respingere.
Tanti sono i motivi per non stancarsi di condividere con i genitori,
con gli Enti Locali, con la società civile interessata alla qualità
culturale del territorio, le ragioni di questa opposizione, ferma,
determinata, radicale.
Per questo la scuola primaria il 18 marzo sciopera.
Le iscrizioni
si sono chiuse il 28 febbraio e, a quanto risulta dalle prime
proiezioni pubblicate dallo stesso MIUR, la maggioranza dei genitori ha
scelto la scuola delle 30 e delle 40 ore, cioè quella di adesso. Quella
che ha dimostrato sul campo che tempi distesi, moduli, compresenze,
collegialità e programmazione sono ingredienti fondamentali di una
buona scuola.
Ora il governo deve mantenere la parola: dare ascolto alle famiglie
e garantire organici e modelli organizzativi. Bisogna dirlo in modo
chiaro e forte perché il governo ha deciso invece di fare cassa proprio
e principalmente destrutturando un segmento di scuola che funziona,
lasciando a casa decine di migliaia di insegnanti precari e di
personale ATA.
Un'operazione miope e dannosa per i bambini, per le famiglie, per il
Paese e il suo futuro. Così si azzera il lavoro qualificato e proficuo
degli insegnanti; si fa strame della loro capacità di lavorare insieme,
di tenere al centro la relazione educativa e i bisogni di apprendimento
dei bambini e delle bambine, di coinvolgere le famiglie e il territorio
nel progetto educativo, di fare della scuola una comunità che educa.
Insegnanti che ora si prevede di "adattare" ai nuovi ordinamenti
attraverso la "formazione professionale in servizio". Questa è la
valorizzazione della professionalità docente secondo il Ministro
Gelmini: l'adattamento!
Insegnanti "adattati" che dovranno a loro volta lavorare per
l'"adattamento" dei bambini e delle bambine. A che cosa? Ad una scuola
impoverita, richiusa in se stessa, inevitabilmente autoritaria e
oppressiva.
Nel frattempo il PdL Aprea
prevede l'abolizione delle RSU di scuola, così non ci sarà alcun
controllo democratico sulle graduatorie d'istituto e sui criteri in
base ai quali si deciderà quali insegnanti svolgeranno prevalentemente
il loro orario di insegnamento in una sola classe, quali dovranno
distribuirsi su più classi, quali su più plessi e istituti…(altro che
maestro unico, ci sarà il maestro spezzettato!)
Né si può sperare che una vera valorizzazione della professionalità
docente possa venire dalla "articolazione professionale" prevista dal
PdL Aprea, e questo per molte, fondate, ragioni:
- perché non può esservi valorizzazione laddove invece di garantire
collegialità e autonomia si promuovono divisioni e gerarchizzazione e
si punta su una esasperata competizione tra i docenti; - perché la quota di docenti ordinari che potranno diventare esperti
sarebbe subordinato alle determinazioni del MIUR e del Ministero delle
Finanze (e abbiamo sotto gli occhi quanto si voglia investire sulla
scuola per migliorarla) - perché quel PdL prefigura la fine dell'autonomia scolastica prima
ancora che ne siano state colte e sperimentate a fondo tutte le
potenzialità; - perché persino il POF dovrà essere approvato dal Consiglio d'Amministrazione;
- perché annientando l'autonomia si svuota la libertà d'insegnamento;
- perché prevede la trasformazione delle scuola in Fondazioni, il cui CdA determinerà progetto e offerta formativa della scuola.
È un punto questo particolarmente dolente. Possiamo immaginare quali e
quanti saranno i soggetti privati che vorranno finanziare quelle realtà
dove maggiori sono al tempo stesso il bisogno di scuola e la
dispersione (dalle scuole di Scampia a quelle del Nord Est, a quelle
con maggiore presenza di figli di immigrati, a quelle delle tante
periferie o realtà marginali del Paese).
È il diritto all'istruzione che si vuole smantellare destrutturando
in primis la scuola elementare. Un disegno inaccettabile, da
respingere.
Tanti sono i motivi per non stancarsi di condividere con i genitori,
con gli Enti Locali, con la società civile interessata alla qualità
culturale del territorio, le ragioni di questa opposizione, ferma,
determinata, radicale.
Per questo la scuola primaria il 18 marzo sciopera.
sabina- Numero di messaggi : 11
Data d'iscrizione : 21.10.08
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