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mozione del collegio docenti IC Vittorio Locchi - MILANO
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mozione del collegio docenti IC Vittorio Locchi - MILANO
Il collegio IC Vittorio Locchi di Milano riunito il giorno 14 ottobre esprime la propria preoccupazione per quanto riguarda il decreto Decreto Legge n. 137 del 01 settembre 2008
Il Collegio Docenti ritiene che affidare le classi ad un unico insegnante comporterà:
· la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: “il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni, mortificando le specializzazioni delle singole discipline con una conseguente banalizzazione nozionistica della didattica;
· l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento.
· l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche e di istruzione nel territorio. Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non potrà uscire dalla scuola con la classe. Fino ad oggi questa didattica era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze;
· l’impossibilità ad effettuare una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché spariranno le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi specifici per alunni in difficoltà o attività di laboratorio, che necessitano di tempi adeguati sia nella scelta della metodologia che nelle fasi di elaborazione.
È evidente che la restaurazione del “maestro unico” annulla di fatto il Tempo Pieno mentre proprio l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la professionalità docente si è affermata per tutta la scuola italiana.
I provvedimenti previsti per la scuola secondaria di primo grado sono altrettanto penalizzanti e punitivi: per gli stessi motivi sopra analizzati, classi di 30 alunni sono incompatibili con una didattica rivolta a tutti, sono necessariamente selettive e quindi destinano all’insuccesso scolastico i più deboli che spesso sono anche i più vicini alla trasgressione, alla devianza.
In generale sottolineiamo che l’accanimento con cui si attacca la scuola, i termini usati per definire il lavoro degli insegnanti in diverse comunicazioni pubbliche dallo stesso Ministro non hanno di certo un effetto positivo sulla pubblica opinione, dipingendo la scuola come il luogo degli sprechi.
Il Collegio rivendica la dignità del suo lavoro che, pur in mezzo a mille difficoltà e a volte con limiti propri per altro di ogni lavoro, ha contribuito a formare centinaia di ragazzini, avviati alla scuola superiore (l’80% dei nostri alunni prosegue gli studi, investe nell’istruzione) o alla formazione professionale. Lavoriamo ogni giorno con fatica e con responsabilità per il futuro di tutta la società, noi ce lo ricordiamo sempre e vorremmo che lo ricordasse anche il nostro Ministro.
Testo approvato con 106 favorevoli, 4 contrari, 1 astenuto
Il Collegio Docenti ritiene che affidare le classi ad un unico insegnante comporterà:
· la mancata suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: “il maestro unico” dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni, mortificando le specializzazioni delle singole discipline con una conseguente banalizzazione nozionistica della didattica;
· l’impossibilità di programmare ed impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento.
· l’impossibilità ad effettuare le uscite didattiche e di istruzione nel territorio. Per evidenti questioni di sicurezza il singolo insegnante non potrà uscire dalla scuola con la classe. Fino ad oggi questa didattica era possibile per la presenza di più insegnanti e delle compresenze;
· l’impossibilità ad effettuare una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché spariranno le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi specifici per alunni in difficoltà o attività di laboratorio, che necessitano di tempi adeguati sia nella scelta della metodologia che nelle fasi di elaborazione.
È evidente che la restaurazione del “maestro unico” annulla di fatto il Tempo Pieno mentre proprio l’esperienza del Tempo Pieno è stata il canale di pratiche e sperimentazioni attraverso cui la professionalità docente si è affermata per tutta la scuola italiana.
I provvedimenti previsti per la scuola secondaria di primo grado sono altrettanto penalizzanti e punitivi: per gli stessi motivi sopra analizzati, classi di 30 alunni sono incompatibili con una didattica rivolta a tutti, sono necessariamente selettive e quindi destinano all’insuccesso scolastico i più deboli che spesso sono anche i più vicini alla trasgressione, alla devianza.
In generale sottolineiamo che l’accanimento con cui si attacca la scuola, i termini usati per definire il lavoro degli insegnanti in diverse comunicazioni pubbliche dallo stesso Ministro non hanno di certo un effetto positivo sulla pubblica opinione, dipingendo la scuola come il luogo degli sprechi.
Il Collegio rivendica la dignità del suo lavoro che, pur in mezzo a mille difficoltà e a volte con limiti propri per altro di ogni lavoro, ha contribuito a formare centinaia di ragazzini, avviati alla scuola superiore (l’80% dei nostri alunni prosegue gli studi, investe nell’istruzione) o alla formazione professionale. Lavoriamo ogni giorno con fatica e con responsabilità per il futuro di tutta la società, noi ce lo ricordiamo sempre e vorremmo che lo ricordasse anche il nostro Ministro.
Testo approvato con 106 favorevoli, 4 contrari, 1 astenuto
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