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Messaggio  direttore didattico Mer Ott 22, 2008 5:10 pm

Premettendo che, come espresso nel dettato costituzionale, la scuola pubblica - si identifica quale istituzione deputata alla formazione dei cittadini italiani ed europei, alla formazione delle generazioni future del nostro Paese- è presidio insostituibile a tutela del diritto della persona all’istruzione e alla crescita sociale e civile, oltre a rappresentare un fondamentale presupposto per lo sviluppo economico e la competitività del Paese;Premettendo che la riforma della scuola debba rispondere a bisogni che la società reclama, cioè che gli interventi di riforma, graduali e condivisi, debbano rendere la scuola capace di corrispondere ai processi di cambiamento della società, orientandone la crescita e lo sviluppo;Condividendo la necessità di riformare la scuola. Esprime un netto dissenso per gli interventi normativi emanati e proposti nel settore scuola ed istruzione (ogni ordine e grado) in quanto:1) sacrificano in modo ingiusto e inaccettabile le ragioni della scuola a quelle dell’economia e mettono gravemente a rischio la possibilità di mantenere, nel nostro Paese, la presenza di un qualificato sistema di istruzione pubblica; 2) sono in contraddizione con la ricerca socio-psico-pedagogica degli ultimi trenta anni. Infatti, alla stregua delle prime scuolette che si affacciavano in una pittoresca Italia con la finalità di combattere il grave analfabetismo (“educare finchè si può, istruire quanto basta”), si riferiscono ad un modello familiare che, però, oggi è profondamente eterogeneo, si riferiscono ad un modello univoco ed astratto di alunno, senza tener conto delle caratteristiche individuali, degli stili cognitivi, delle intelligenze multiple, del ruolo dei contesti familiari ed amicali e del ruolo dell’extrascuola nella formazione prescolastica ; 3) intendono affrontare con iniziative semplificatrici una realtà sociale complessa, in cui molteplici sono i linguaggi, molteplici sono i valori di riferimento, molteplici sono i codici di decodificazione, molteplici sono i canali di comunicazione, perchè molteplici sono i ruoli che ognuno si trova ad affrontare nella realtà socio-economica in continuo dinamismo ed evoluzione . - La riduzione del tempo scuola nei vari ordini e gradi; - la “essenzializzazione” dei saperi;- l’introduzione di un unico insegnante alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria;- l’aggregazione delle classi di concorso per la scuola secondaria di I e II grado ;- l’aumento degli alunni per classe;- l’inadeguatezza degli spazi interni alle sedi scolastiche;- la pesante, generalizzata riduzione di organici docenti ed ATA;- il taglio alle risorse finanziarie ; porteranno alla negazione di una scuola che, laddove ha esercitato una didattica capace di legare il possesso e padroneggiamento di conoscenze e abilità alla capacità di usarle in modo efficace in situazioni reali (come ad esempio la scuola dell’infanzia e quella primaria) ha avuto una qualità, oggi universalmente riconosciuta anche in ambito internazionale. Le carenze sono emerse laddove è mancato l’approccio operativo e laboratoriale (OCSE PISA). IL TEMPO- Il tempo non è un contenitore ma una risorsa incisiva nel processo di apprendimento; esso permette di seguire e poi accelerare i ritmi di apprendimento, esso permette di tessere relazioni affettive, permette di condividere valori, di rendere i ragazzi gradatamente autonomi e competenti anche grazie ai laboratori, alle classi aperte, alle attività di cooperazione, alle uscite e visite d’istruzione. I SAPERI- La pluralità dei saperi permette di orientarsi e gestirsi all’interno della società sempre più complessa, all’italiano e alla matematica della scuola del passato si sono affiancati le scienze, l’inglese, la storia e la geografia come ricerca, le scienze motorie, l’educazione alla convivenza civile; i laboratori hanno permesso lo sviluppo di competenze nei linguaggi tecnologici, musicali, teatrali, cinematografici, mass-mediali e lo sviluppo di competenze sull’uso pratico di materiali. E tutto questo è necessario per i bambini di oggi.I DOCENTI- La pluralità, la compresenza, la cooperazione tra docenti, tutte figure di riferimento per bambini che hanno fin dalla nascita molteplici punti di riferimento come le figure parentali, quelle del nido, quelle della scuola dell’infanzia - permettono un insegnamento individualizzato (secondo le caratteristiche di ciascuno: recupero, consolidamento e potenziamento), permettono le attività laboratoriali per lo sviluppo di vere competenze, permettono l’integrazione di alunni con DSA, di alunni in situazione di disagio, di alunni diversamente abili e di alunni stranieri, permettono inoltre una progettazione comune e una crescita dell’intero corpo docente.- La formazione specifica e la specializzazione efficace degli insegnanti (anche alla scuola primaria in relazione all’inglese), permette una crescita culturale dei ragazzi RISORSE- Il numero degli alunni per classe (nel tempo scuola e non nel tempo vigilanza) , gli spazi, i sussidi, i collaboratori, gli esperti non sono meri dati e cifre ma variabili che intervengono direttamente nel processo di apprendimento secondo le modalità che la ricerca psico-pedagogica e didattica ha mostrato da decenni.VOTI E VALUTAZIONE- Il numero, separato dall’analisi del processo di apprendimento, rischia di rafforzare la valutazione sommativa cioè quella sul risultato, sulla prestazione finale e trasforma il docente in “misuratore” di prestazione. Viceversa il giudizio permette di contestualizzare la prestazione all’interno del processo di apprendimento e presuppone un docente che stimola, sollecita e indirizza il percorso di ogni alunno. Concludendo…Dalla normativa finora emanata è evidente che le categorie con cui vengono affrontate le tematiche pedagogiche sono inadeguate perché mutuate da un altro mondo: quello economico.La scuola non è un’azienda in perdita, semplicemente perché non è un’azienda e dunque non può e non deve “guadagnare” economicamente. E’ un “luogo” entro il quale i ragazzi mettono le basi per la costruzione del loro progetto di vita futuro. E questo, sì, è un guadagno, un guadagno per la società. Siamo certi che questa riforma (!?) porti ad uno svilimento del capitale umano prodotto dal nostro sistema scolastico e con esso diminuisca la competitività socio-economica del nostro Paese, tanto cara ai fautori della Riforma stessa. Infatti ogni investimento sulla formazione del capitale umano è finalizzato all’aumento del PIL. Un anno in più di istruzione corrisponde a 5 punti di PIL. Quindi istruzione e formazione sono elementi strategici dello sviluppo … a patto che ci si investa. Documento approvato all’unanimità dal Collegio Docenti il 07.10.2008 Documento approvato all’unanimità dal Consiglio d’Istituto il 08.10.2008
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