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Maestro unico in Europa
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Maestro unico in Europa
MAESTRO UNICO/ Nessun paese europeo prevede più docenti nella scuola
primaria
Fabrizio Foschi
giovedì 2 ottobre 2008
«Ritengo che non se ne debba fare un totem: già
adesso, se guardiamo la realtà dei fatti, ci sono tante scuole che nelle
prime classi hanno l’insegnante prevalente». Così Massimo Di Menna,
segretario della Uil-Scuola, nell’intervista pubblicata il 29 -09 su ilsussidiario.net.
Guardare la realtà è certamente un modo ragionevole di affrontare
una questione. Innanzitutto guardiamo all’Unione Europea, ai cui dettami
tutti, in ogni circostanza, dal commercio di frutti esotici all’immigrazione,
fanno riferimento.
Addentrandosi nella banca dati della rete Eurydice
sui sistemi educativi europei (http://eacea.ec.europa.eu/portal/page/portal/Eurydice/EuryPresentation)
si fa una scoperta interessante: nessun paese prevede nella scuola primaria la
pluralità dei docenti che vige in Italia nell’organizzazione modulare.
D’altra parte ben l’hanno
compreso i molti docenti (e dirigenti) di scuola primaria italiana che, dopo i
primi anni di esperienza dei “moduli” (3 insegnanti equamente divisi su 2
classi,oltretutto difficilmente gestibili a livello organizzativo),
hanno modificato la struttura passando via via all’insegnante prevalente, complice
anche un emendamento alla legge 148/90 presentato dall’on Strick Lievers) e poi a quello unico (sì, proprio così
il maestro unico c’è già!)
Corsico, Buccinasco, Novate Milanese, comuni del
Nord, pochissimi chilometri da piazza del Duomo di Milano: dalla metà degli
anni ’90 in alcune scuole ci si è ingegnati per porre rimedio ai danni di una
legge che aveva soppresso il tempo “normale” nella scuola elementare, cioè un
orario scolastico di 24 ore settimanali distribuito su 6 mattine (8.30-12.30)
svolto da un solo insegnante.
Complesso sarebbe elencare tutte le combinazioni
orarie attuate che sono diverse nelle varie scuole a seconda delle
competenze e delle passioni (condizione principe per raggiungere la
competenza!) degli insegnanti, delle esigenze degli alunni, della locazione
delle classi; un unico denominatore: il maestro prevalente.
In alcuni casi (tuttora) gli insegnanti
prevalenti esauriscono il loro orario (22 ore) in una classe, in altri
l’insegnante prevalente, avendo la specializzazione in IRC o inglese, svolge 2
ore di insegnamento in un'altra classe.
Le ore restanti, fino al raggiungimento delle 27
(o 30 ) previste, sono a carico di un insegnante che lavora in 2 classi (e per
questo alcuni collegi docenti hanno previsto un incentivo economico) oppure di
2 insegnanti a part time (uno per classe).
Anche l’abbinamento delle aree disciplinari è
diversificato: l’insegnante prevalente-quasi unico insegna, oltre a scienze,
religione cattolica (o inglese o musica), anche italiano e matematica per
precisa scelta pedagogica; oppure italiano, storia, geografia, ed. civica,
musica, arte.
Le ore di contemporaneità sono destinate ad
attività con piccoli gruppi di alunni per il rinforzo delle abilità di base
(negli ultimi anni l’insegnamento dell’italiano agli stranieri) e al
laboratorio di informatica in cui il numero delle postazioni è di molto
inferiore a quello degli alunni della classe.
In tutti i casi l’esperienza per gli alunni è
stata e continua ad essere positiva sia in termini di soddisfazione che di
apprendimento.
La proposta del ministro Gelmini non è quindi una
gran novità rispetto a quel che, in alcune scuole, è già in atto nel rispetto
delle esigenze delle famiglie.
Infine le 2 ore aggiunte
all’orario di insegnamento potrebbero non essere un nostalgico ritorno al
passato ma la constatazione che è poco ragionevole fare una riunione
settimanale per mettere insieme ciò che, insegnato da una sola persona, lo
sarebbe già.
Lungo la penisola sono certamente tante le
esperienze “creative” a questo riguardo. Sarebbe molto interessante farle
conoscere; la rubrica de [i]ilsussidiario.net "Insegnare
NON stanca", a cura dell'associazione Diesse, offre spazio a chi
desidera documentarle.
primaria
Fabrizio Foschi
giovedì 2 ottobre 2008
«Ritengo che non se ne debba fare un totem: già
adesso, se guardiamo la realtà dei fatti, ci sono tante scuole che nelle
prime classi hanno l’insegnante prevalente». Così Massimo Di Menna,
segretario della Uil-Scuola, nell’intervista pubblicata il 29 -09 su ilsussidiario.net.
Guardare la realtà è certamente un modo ragionevole di affrontare
una questione. Innanzitutto guardiamo all’Unione Europea, ai cui dettami
tutti, in ogni circostanza, dal commercio di frutti esotici all’immigrazione,
fanno riferimento.
Addentrandosi nella banca dati della rete Eurydice
sui sistemi educativi europei (http://eacea.ec.europa.eu/portal/page/portal/Eurydice/EuryPresentation)
si fa una scoperta interessante: nessun paese prevede nella scuola primaria la
pluralità dei docenti che vige in Italia nell’organizzazione modulare.
AUSTRIA | Per tutti e 4 gli anni della scuola primaria, c’è un maestro unico per classe + insegnante di religione e, in certi casi, insegnante di lavori tecnici e/o tessili. |
BELGIO (nl) | Un maestro unico insegna normalmente tutte le materie. Talvolta, sono nominati insegnanti specifici per materie come musica, educazione fisica, religione ed etica non confessionale. |
BELGIO (FR) | Generalmente un unico insegnante è responsabile di tutte le materie, eccetto per i corsi di filosofia, educazione fisica, lingua moderna. Talvolta accade, ma molto raramente, che alcuni insegnanti si specializzino e si suddividano le materie (assouplissement du titulariat). Questo avviene alla fine dell’istruzione primaria |
ESTONIA | Nei primi 6 anni del ciclo di base (corrispondenti al livello primario) c’è un maestro unico (insegnante generalista) che insegna tutte le materie. |
FINLANDIA | Nei primi 6 anni del ciclo di base (corrispondenti al livello primario), c’è generalmente un maestro unico che insegna tutte le materie. |
FRANCIA | Maestro unico. Ci sono talvolta insegnanti negli ambiti artistici e sportivi, ma si tenta di “scoraggiare” queste iniziative. |
GERMANIA | Maestro unico nel 1° e 2° anno; dal 3° anno vengono introdotti più maestri per le varie materie per abituarli al livello secondario. |
GRECIA | Maestro unico. Maestro specialista per inglese e seconda lingua straniera, educazione fisica e musica. |
INGHILTERRA | Maestro unico, generalmente annuale (cambia ogni anno). |
LITUANIA | Maestro unico. Se il maestro non ha qualifiche specifiche vengono introdotti altri docenti per lingua straniera, danza, ecc. |
MALTA | Maestro unico annuale (cambia l’anno successivo). Altri insegnanti per arte, musica, teatro, TIC, sviluppo personale e sociale, scienze ed educazione fisica. |
PAESI BASSI | Maestro unico, ma le scuole possono avere docenti specialisti (es. per educazione fisica, religione, arte, musica, artigianato) |
PORTOGALLO | Lo stesso insegnante accompagna la classe per tutto il primo ciclo del percorso obbligatorio (6 a 10 anni di età) |
REPUBBLICA CECA | Generalmente, nel primo ciclo della struttura unica di base (corrispondente al livello primario), c’è un maestro unico (insegnante generalista); talvolta lingue straniere ed educazione fisica sono insegnate da un insegnante specifico. |
ROMANIA | Un insegnante per classe. |
SLOVACCHIA | Un insegnante + eventuali altri insegnanti (che insegnano anche in altre classi del primo o del secondo ciclo) per musica, disegno, educazione fisica, educazione tecnica. |
SPAGNA | Maestro unico. Insegnanti specialisti per educazione fisica, musica, lingua straniera e per eventuali altre materie offerte dalla scuola |
SVEZIA | In genere un insegnante per i primi 3 anni del ciclo unico (da 7 a 10 anni). |
UNGHERIA | Maestro unico per i primi due anni e un altro maestro unico per i successivi due anni. |
compreso i molti docenti (e dirigenti) di scuola primaria italiana che, dopo i
primi anni di esperienza dei “moduli” (3 insegnanti equamente divisi su 2
classi,oltretutto difficilmente gestibili a livello organizzativo),
hanno modificato la struttura passando via via all’insegnante prevalente, complice
anche un emendamento alla legge 148/90 presentato dall’on Strick Lievers) e poi a quello unico (sì, proprio così
il maestro unico c’è già!)
Corsico, Buccinasco, Novate Milanese, comuni del
Nord, pochissimi chilometri da piazza del Duomo di Milano: dalla metà degli
anni ’90 in alcune scuole ci si è ingegnati per porre rimedio ai danni di una
legge che aveva soppresso il tempo “normale” nella scuola elementare, cioè un
orario scolastico di 24 ore settimanali distribuito su 6 mattine (8.30-12.30)
svolto da un solo insegnante.
Complesso sarebbe elencare tutte le combinazioni
orarie attuate che sono diverse nelle varie scuole a seconda delle
competenze e delle passioni (condizione principe per raggiungere la
competenza!) degli insegnanti, delle esigenze degli alunni, della locazione
delle classi; un unico denominatore: il maestro prevalente.
In alcuni casi (tuttora) gli insegnanti
prevalenti esauriscono il loro orario (22 ore) in una classe, in altri
l’insegnante prevalente, avendo la specializzazione in IRC o inglese, svolge 2
ore di insegnamento in un'altra classe.
Le ore restanti, fino al raggiungimento delle 27
(o 30 ) previste, sono a carico di un insegnante che lavora in 2 classi (e per
questo alcuni collegi docenti hanno previsto un incentivo economico) oppure di
2 insegnanti a part time (uno per classe).
Anche l’abbinamento delle aree disciplinari è
diversificato: l’insegnante prevalente-quasi unico insegna, oltre a scienze,
religione cattolica (o inglese o musica), anche italiano e matematica per
precisa scelta pedagogica; oppure italiano, storia, geografia, ed. civica,
musica, arte.
Le ore di contemporaneità sono destinate ad
attività con piccoli gruppi di alunni per il rinforzo delle abilità di base
(negli ultimi anni l’insegnamento dell’italiano agli stranieri) e al
laboratorio di informatica in cui il numero delle postazioni è di molto
inferiore a quello degli alunni della classe.
In tutti i casi l’esperienza per gli alunni è
stata e continua ad essere positiva sia in termini di soddisfazione che di
apprendimento.
La proposta del ministro Gelmini non è quindi una
gran novità rispetto a quel che, in alcune scuole, è già in atto nel rispetto
delle esigenze delle famiglie.
Infine le 2 ore aggiunte
all’orario di insegnamento potrebbero non essere un nostalgico ritorno al
passato ma la constatazione che è poco ragionevole fare una riunione
settimanale per mettere insieme ciò che, insegnato da una sola persona, lo
sarebbe già.
Lungo la penisola sono certamente tante le
esperienze “creative” a questo riguardo. Sarebbe molto interessante farle
conoscere; la rubrica de [i]ilsussidiario.net "Insegnare
NON stanca", a cura dell'associazione Diesse, offre spazio a chi
desidera documentarle.
Orianna Tinazzi- Numero di messaggi : 9
Data d'iscrizione : 22.10.08
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