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Messaggio  anna mancuso Lun Ott 27, 2008 10:41 pm

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Il Collegio Docenti del III Circolo didattico di Bassano del Grappa esprime le seguenti riflessioni in merito alle modifiche apportate nella scuola primaria e dell'infanzia dal decreto legge n°137/2008, la cui conversione in legge è già stata approvata alla Camera, e prospettate dallo “Schema di piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze” n° 133.


* La scuola primaria di oggi non è più il luogo dove si insegna a leggere e a far di conto. La trasmissione pura e semplice dei contenuti disciplinari è ormai inadeguata e insufficiente. Oggi la didattica deve avere come obiettivo la formazione di abilità e competenze che consentano agli alunni di affrontare una realtà complessa quale quella contemporanea. Ciò presuppone una conoscenza disciplinare approfondita da parte dei docenti, che non sarebbe possibile per un maestro unico: come può un unico docente infatti padroneggiare aspetti metodologici, epistemologici e linguaggi specifici di 10/11 discipline? Il ritorno al maestro unico (art.4) sarebbe una grave perdita per la qualità dell’intervento didattico. La presenza di un team di insegnanti nelle classi e la conseguente divisione delle discipline consentono, invece, a ciascun insegnante di aggiornarsi costantemente e di fare ricerca.


* Il confronto con i colleghi del team permette di cogliere con maggior completezza gli aspetti peculiari di ogni alunno e di trovare strategie più efficaci in classi che diventano sempre più eterogenee. Anche rispetto ai genitori il gruppo docente può fornire un rapporto più ricco ed equilibrato. Con la reintroduzione del maestro unico non sarà più possibile per i docenti realizzare un intervento basato sul confronto e sulla collaborazione.


* Le ore di compresenza, già pesantemente erose dalla necessità di coprire le supplenze, permettono comunque:
o una didattica di recupero e interventi individualizzati per alunni in difficoltà;
o sono una risorsa preziosa per le attività di alfabetizzazione rivolte agli alunni stranieri e per la loro integrazione;
o consentono di attuare un'offerta formativa più ricca con l'attivazione di lavori di piccolo gruppo, attività laboratoriali, uscite didattiche

Se verrà imposto il maestro unico tutto ciò non sarà più possibile perchè non vi saranno più compresenze.

* Nei documenti si parla di un tempo scuola privilegiato di 24 ore, la dicitura tempo pieno sparisce dal vocabolario dei documenti ufficiali, per lasciare posto alla seguente formula: “Nei regolamenti si tiene conto comunque delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.” (art.4) e altrove si aggiunge “tenuto conto… della dotazione organica assegnata alle scuole, nel rispetto dell’autonomia delle stesse” (Schema di piano programmatico, in “Revisione degli ordinamenti scolastici”).

E' importante per noi ricordare il valore altamente educativo intrinseco all’attuale modello del tempo pieno, che non consiste semplicemente in “una più ampia articolazione del tempo-scuola”, ma che costituisce piuttosto una scuola intesa come laboratorio di sperimentazione e di ricerca didattica continua, frutto di lunghi anni di sperimentazione.
Anche l’altra opzione organizzativa possibile, quella delle 30 ore, risulta realizzabile solo “nei limiti dell’organico assegnato, integrabile con le risorse disponibili presso le scuole” (Schema di piano programmatico, in “Revisione degli ordinamenti scolastici”). Ma di quali risorse parlano?

I dubbi che sorgono sono molti, sprattutto visti i tagli di organico e di finanziamenti che sono previsti:
- Questa “più ampia articolazione del tempo scuola” sarà garantita dallo Stato?
- Chi pagherà i costi di questo ampliamento dell’orario? Il Circolo Didattico? Il Comune? I genitori?
- Non sarà uno smantellamento graduale del tempo pieno o prolungato, con il quale inizialmente si assorbe l’eccedenza di organico con contratto a tempo indeterminato, causata dalla riforma complessiva della scuola, e che sarà visibile in tutti i suoi effetti nel momento in cui tale eccedenza sarà assorbita con i prossimi pensionamenti?


* Si è detto negli scorsi anni che l’insegnamento della lingua inglese doveva diventare una delle priorità della scuola pubblica. Conoscere bene almeno una lingua straniera è infatti importante in una società caratterizzata dalla globalizzazione dell’economia e della cultura e da imponenti flussi migratori. Ma ci pare che affidare tale insegnamento a docenti che abbiano seguito semplicemente “un piano di formazione linguistica obbligatoria della durata di 150/200 ore” (Schema di piano programmatico, in “Revisione degli ordinamenti scolastici”) vada in senso nettamente contrario


* La scuola d’infanzia risponde alle esigenze di prima scolarizzazione dei bambini e a quella dei genitori che lavorano ……………………DA INTEGRARE!!!!!!!!!!!!




* Siamo preoccupati della possibilità che si realizzi quanto viene previsto nello “Schema di piano programmatico” che recita così: “Nella scuola dell’infanzia l’orario delle attività educative, nell’ottica di una progressiva generalizzazione e tenendo conto delle diversificate esigenze rappresentate dalle famiglie, si svolge anche solamente nella fascia antimeridiana, impiegando una sola unità di personale docente per sezione e riorganizzando il più possibile il funzionamento delle sezioni in una medesima scuola sulla base di tali opzioni.”(in “Revisione degli ordinamenti scolastici”).
Le attività realizzate nella scuola dell’infanzia rispondono alle esigenze e allo sviluppo psicologico di bambini di una fascia di età ben definita, quella che va dai 3 ai 6 anni, e sono frutto di studi psico-pedagogici e di anni di sperimentazione.
La proposta di consentire “Nei territori montani, delle piccole isole e dei piccoli comuni privi di strutture educative per la prima infanzia… l’iscrizione alla scuola dell’infanzia di piccoli gruppi di età compresa tra i due e i tre anni” (Schema di piano programmatico, in “Revisione degli ordinamenti scolastici”) risulta essere quindi priva di fondamenti psico-pedagogici. ........Va bene così???



Fino a qui le riflessioni, che credo possano essere da tutti condivise. Sulle proposte di sintesi finale invece penso che potrebbero esserci pareri diversi; le inserisco quindi come punti collegati al nome di chi lo ha proposto e credo sia opportuno votare in collegio ogni singolo punto.




Il Collegio quindi:

* condivide in pieno la necessità di migliorare il sistema di istruzione pubblica al fine di renderlo sempre più qualificato, ma, nello stesso tempo, rivendica la dignità e la professionalità dei docenti che, con fatica, passione e senso di responsabilità, hanno contribuito a portare la scuola dell’infanzia e primaria a livelli elevati nel panorama internazionale (Indagine IEA PIRLS del 2006) e si augura di poter continuare a lavorare in una scuola pubblica che garantisca i giusti mezzi per sostenere l’inserimento degli alunni in difficoltà, il riconoscimento delle potenzialità di ciascuno e il rispetto e la valorizzazione della diversità in un'ottica interculturale; (anna ed helga)


* chiede l'applicazione di quanto previsto dagli articoli 4, 5 e 8 del D.P.R. 275/99 (autonomia scolastica) in merito alla definizione della didattica, dell'organizzazione e dei curricoli, che permetterebbe alle scuole una effettiva autonomia organizzativa e didattica in grado di articolare l'offerta formativa sulla base delle reali esigenze sia delle famiglie che del territorio e di rispondere al meglio alle necessità formative dei nostri alunni i quali dovranno misurarsi con un futuro impegnativo e in parte imprevedibile; (orianna)


* chiede che sia assegnato alle scuole l’organico funzionale necessario a garantire un'articolazione del tempo-scuola come sopra delineato, quindi con possibilità di offrire modelli con un tempo-scuola diversificato come già avviene nel nostro Circolo;(orianna)


* chiede che sia messo in campo un serio ed efficace sistema di valutazione del servizio scolastico nazionale, attraverso la misurazione periodica degli apprendimenti degli studenti;(orianna)


* auspica, infine, che vengano rivisti i tagli della scuola che determineranno un aumento degli alunni per classe, una riduzione del personale della scuola (insegnanti e ATA), la riorganizzazione della rete scolastica con la chiusura di numerose scuole ed istituti, la revisione dei piani di studio e dei quadri orari nei diversi ordini di scuola, la riduzione dei centri territoriali per l’educazione degli adulti e dei corsi serali. Tali provvedimenti infatti porterebbero ad un abbassamento culturale e competitivo del nostro sistema di formazione rispetto agli altri paesi europei.(roberta)





NELLA SCUOLA NOI VOGLIAMO CONTINUARE A CREDERE ED INVESTIRE, PERCHE’ LA SCUOLA E’ IL NOSTRO FUTURO.

anna mancuso

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