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proposta di mozione unica per la scuola primaria

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proposta di mozione unica per la scuola primaria Empty proposta di mozione unica per la scuola primaria

Messaggio  Admin Mar Ott 28, 2008 3:02 pm

Ragionando con Sara siamo arrivate a fare le seguenti considerazioni:

  1. la mozione del collegio è una proposta fatta da professionisti ed è giusto che sia espressa con un linguaggio anche tecnico

  2. difficilmente i genitori e i non addetti ai lavori leggeranno un documento lungo
Proponiamo perciò:



  • di votare una mozione "tecnica" in collegio, frutto di un ulteriore tentativo di mediazione, che alleghiamo
  • di preparare un documento estremamente sintetico, stilato per punti, stile cartellone...da divulgare all'esterno accompagnato dalla mozione completa per chi vorrà capirne di più
Il testo della scuola dell'infanzia, arrivato in tarda mattinata non siamo riusciti ad integrarlo alla mozione della scuola primaria...

Ecco quanto siamo riuscite a fare, chi vuole può scaricarla da
qui






BOZZA di MOZIONE





Il Collegio dei Docenti Straordinario
del 3° Circolo di Bassano del Grappa,



riunito il 28 ottobre 2008 visti :





  • il Decreto Legge n°137
    del 1 settembre 2008 ad oggi
    approvato dalla Camera dei Deputati
    il 9 ottobre 2008 ed attualmente in esame in Aula al Senato;

  • lo schema di
    piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università
    e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze
    proposto in attuazione dell’art. 64 della Legge n°133 del 6 agosto 2008.







Sul piano generale non condivide le
modalità di realizzazione della Riforma
in quanto:






  • viene attuata attraverso decreti legge e interventi
    inseriti nella legge finanziaria, non certo il modo migliore a
    disposizione per legiferare su una
    tema centrale per il futuro dell'intera società quale la formazione delle
    generazioni future;

  • non ha precedentemente coinvolto i professionisti della
    scuola promuovendo un elevato dibattito culturale, serio e puntuale sulla
    formazione di base nelle società complesse;

  • pare
    sorretta più da esigenze di risparmio più che da un’azione di rinnovamento
    pedagogico.







Nel merito, condivide ed esprime le
proprie riflessioni e preoccupazioni
riguardo alle modifiche che coinvolgono la scuola primaria e la
scuola dell'infanzia.






In particolare:





1.
Accoglie favorevolmente “le azioni di sensibilizzazione e di
formazione” alle conoscenze e competenze relative a “Cittadinanza e
Costituzione
” nella scuola primaria e dell’infanzia previste dall’art. 1 ma si interroga su quali
spazi e tempi avranno nella scuola di 24
ore settimanali anche l’educazione alla salute, l’educazione all’affettività,
l’educazione alimentare, l’educazione stradale e la sempre più importante
educazione ambientale (che permettono l’attuazione dell’art. 3 in particolare del comma 2
della nostra Costituzione).









2.
Esprime le seguenti perplessità riguardo al cambiamento del modello
organizzativo-didattico del team teaching
con “classi affidate ad un unico
docente” (art. 4).






·
Nelle nostre realtà scolastiche è già largamente diffuso il
modello dell’insegnante “prevalente” ma con l’insegnante unico saranno
tolte le ore di programmazione; sarà quindi più difficile la collaborazione ed
il confronto con colleghi professionisti dell’educazione per cogliere la
complessità della realtà e per trovare strategie più efficaci in classi che
diventano sempre più eterogenee.
L’insegnante con chi e quando potrà concordare dimensioni di senso condivise
per non rimanere nella sua solitaria coerenza, semplice da gestire ma
culturalmente “povera”?






·
Nei confronti dei bambini e dei genitori
il gruppo docente, forte di valide
competenze relazionali rispetto al maestro unico, può garantire un rapporto con
pluralità di punti di vista ed una valutazione più equilibrata.






·
La divisione in ambiti disciplinari ha permesso
una graduale e progressiva specializzazione nell’insegnamento: stimolando lo
sviluppo della ricerca ed il continuo aggiornamento dei docenti e al contempo
la realizzazione di una didattica
finalizzata all’acquisizione di conoscenze ed abilità strumentali per la
formazione di competenze complesse. Al
docente unico sarà invece richiesta la capacità di padroneggiare gli aspetti
epistemologici, metodologici ed i linguaggi specifici che portano alla costruzione
dei saperi in 9/10 discipline!



Forse questo sarebbe possibile, con una
comunque evidente riduzione delle



proposte formative, nei primi due anni di
scuola primaria dove i docenti lavorano



per ambiti disciplinari allargati ma non
certo dalla terza alla quinta classe dove si



costruiscono le basi metodologiche e
linguistiche di discipline come inglese,



storia, convivenza civile, geografia e scienze.





· L’insegnamento della lingua inglese doveva diventare una delle priorità della


scuola pubblica. Conoscere bene
almeno una lingua straniera è infatti importante



in una società caratterizzata
dalla globalizzazione dell’economia, della cultura



e da imponenti flussi migratori.
Come affidare tale insegnamento a docenti che



abbiano seguito semplicemente “un piano di
formazione linguistica obbligatoria



della durata di 150/200 ore” ?


( Schema di
piano programmatico: “Revisione degli
ordinamenti scolastici” )






·
L'impossibilità di effettuare uscite didattiche nel
territorio di uno o più giorni fino ad oggi possibili per l’utilizzo delle ore
di compresenza.
Un singolo insegnante non potrà garantire la sicurezza dei
bambini se le classi saranno sempre più numerose (la normativa sulla sicurezza
prevede il rapporto di un insegnante ogni 15 alunni). Una scuola moderna deve
saper offrire svariate opportunità culturali che certamente le mura delle aule
scolastiche non possono da sole offrire.






·
Togliendo le compresenze, già peraltro sacrificate
per coprire le supplenze, scomparirà anche la possibilità di organizzare
interventi individualizzati per alunni in difficoltà, percorsi di recupero e
attività di laboratorio a piccoli gruppi con ritmi e stili di apprendimento
differenziati per salvaguardare le peculiarità di ciascuno.






·
Auspica il mantenimento del Tempo Pieno così come è
stato pensato e realizzato da più di trent’anni come “scuola laboratorio di
sperimentazione e di ricerca didattica continua”. Un Tempo Pieno non solo
inteso come tempo scuola di 40 ore ma come PROGETTO EDUCATIVO UNITARIO dove
viene garantito un organico funzionale all’offerta formativa con
corresponsabilità dei docenti per un modello didattico che permetta progetti a classi aperte e per gruppi misti
(Legge 517 del 1977).






· Si interroga sull’eventuale
copertura finanziaria” di
un’offerta formativa differenziata e di un eventuale ampliamento del tempo
scuola. Ritiene che la “più ampia articolazione del tempo scuola “ (art.4 Piano
Programmatico) debba essere garantita da un organico funzionale sufficiente a
sostenere il tempo scuola richiesto dalle famiglie e dalle sfide culturali della società contemporanea.






3.
Esprime la necessità di approfondire una riflessione
collegiale sul concetto di valutazione formativa già attualmente
condiviso, grazie anche al lavoro del Nucleo Interno di Valutazione, in
un’ottica di cambiamento del linguaggio ma non del processo di monitoraggio in
itinere del percorso di insegnamento \ apprendimento. Crede che la scuola abbia
come finalità educativa principale lo sviluppo globale dell’essere umano nelle
sue dimensioni culturali e relazionali. Questo sviluppo reso possibile soprattutto dall'intendere la
classe come una comunità di apprendimento all'interno della quale gli alunni
stessi sperimentano e costruiscono
strada facendo, in interazione con gli altri e con gli oggetti del sapere (le
discipline), quelle competenze complesse che consentiranno loro di
affrontare con sempre maggiore autonomia
le “sfide” che la vita porrà nel loro cammino.






4.
Sempre in merito alla valutazione dei risultati
ritiene che questa sia possibile solo se esiste una stretta coerenza tra gli
obiettivi di competenza, l'azione didattica e la prassi valutativa e se esiste
una seria ed efficace comunicazione valutativa, resa possibile solamente dalla
condivisione degli strumenti interpretativi tra i diversi soggetti (alunni,
docenti, genitori). Il vero problema sta qui, nella mancanza di condivisione
e non nelle forme in cui la valutazione viene espressa, siano esse giudizi
sintetici o voti numerici.
Cosa significa avere 8 o 5 in matematica? Oppure buono
o distinto? Il voto numerico
non porta maggior chiarezza se non sappiamo a che livello di competenza esso
corrisponda e l'averlo fatto credere ha come unico risultato quello di
banalizzare questioni che hanno ben altro spessore.






5.
Si interroga se l’innalzamento del rapporto alunni-classe
(Quadro degli interventi dello schema programmatico) terrà conto delle singole
capienze e dei problemi di sicurezza
nelle aule delle nostre scuole.






6.
Si chiede cosa accadrà nelle nostre scuole con la ridotta presenza
dei collaboratori
scolastici così preziosi per il buon funzionamento
dell’organizzazione della vita scolastica quotidiana.






7.
Attende con favore: “gli interventi
per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici
ovvero di impianti e strutture sportive dei medesimi”
(art. 1 bis).






A seguito elenchiamo le richieste del Collegio da votare
singolarmente punto per punto.



Il
Collegio quindi:



Ø
condivide appieno la necessità di ridurre ed eliminare gli sprechi, di riformare
per migliorare il sistema di istruzione pubblica
al fine di renderlo sempre più
qualificato,
ma, nello stesso tempo, rivendica la dignità e la
professionalità del lavoro dei docenti
che, con fatica, passione, e senso
di responsabilità, hanno contribuito a portare la scuola dell’infanzia e
primaria a livelli elevati nel panorama internazionale (indagine sui livelli di comprensione della
lettura IEA PIRLS del 2006 ); ( anna ed
helga )






Ø si augura di poter
continuare a lavorare in una scuola
pubblica che garantisca
i giusti mezzi per sostenere l’inserimento degli
alunni in difficoltà, il riconoscimento delle potenzialità di ciascuno
sviluppando l’eccellenza ed il successo formativo ed il rispetto e la
valorizzazione della diversità in un'ottica interculturale;



( anna ed helga )





Ø
chiede l'applicazione di quanto previsto dagli articoli 4, 5 e
8 del D.P.R. 275/99 ( autonomia
scolastica
) in merito alla definizione della didattica,
dell'organizzazione e dei curricoli, che permetterebbe alle scuole una effettiva
autonomia organizzativa e didattica
in grado di articolare l'offerta
formativa sulla base delle reali esigenze sia delle famiglie che del territorio
e di rispondere al meglio alle necessità formative dei nostri alunni i quali
dovranno misurarsi con un futuro impegnativo e in parte imprevedibile;
(orianna)



Ø
chiede che sia assegnato alle scuole l’organico funzionale
necessario a garantire
un'articolazione del tempo-scuola come sopra
delineato, quindi con possibilità di offrire modelli con un ( orario ) tempo-scuola diversificato come già
avviene nel nostro Circolo; (orianna)



Ø
chiede che sia messo in campo un serio ed efficace sistema di
valutazione del servizio scolastico nazionale
; (orianna)



Ø
auspica, infine, che vengano rivisti i tagli indiscriminati alla
scuola
che determineranno un aumento degli alunni per classe, una
riduzione del personale della scuola (insegnanti e ATA), la riorganizzazione
della rete scolastica con la chiusura di numerose scuole ed istituti, la
revisione dei piani di studio e dei quadri orari nei diversi ordini di scuola,
la riduzione dei centri territoriali per l’educazione degli adulti e dei corsi
serali. Tali provvedimenti infatti porterebbero ad un abbassamento culturale e
competitivo del nostro sistema di formazione rispetto agli altri paesi europei,
(roberta)



NELLA SCUOLA
NOI VOGLIAMO CONTINUARE A CREDERE ED INVESTIRE, PERCHE’ LA SCUOLA E’ IL NOSTRO
FUTURO.

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proposta di mozione unica per la scuola primaria Empty Re: proposta di mozione unica per la scuola primaria

Messaggio  roberta Mar Ott 28, 2008 5:04 pm

Ho provato a fare delle modifiche. Vedete se va bene

BOZZA di MOZIONE





Il Collegio dei Docenti Straordinario
del 3° Circolo di Bassano del Grappa,



riunito il 28 ottobre 2008 visti :






  • il Decreto Legge n°137
    del 1 settembre 2008 ad oggi
    approvato dalla Camera dei Deputati
    il 9 ottobre 2008 ed attualmente in esame in Aula al Senato;

  • lo schema di
    piano programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università
    e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze
    proposto in attuazione dell’art. 64 della Legge n°133 del 6 agosto 2008.







Sul piano generale non condivide le
modalità di realizzazione della Riforma
in quanto:






  • viene attuata attraverso decreti legge e interventi
    inseriti nella legge finanziaria, non certo il modo migliore a
    disposizione per legiferare su una
    tema centrale per il futuro dell'intera società quale la formazione delle
    generazioni future;

  • non ha precedentemente coinvolto i professionisti della
    scuola promuovendo un elevato dibattito culturale, serio e puntuale sulla
    formazione di base nelle società complesse;

  • pare
    sorretta più da esigenze di risparmio più che da un’azione di rinnovamento
    pedagogico.








Nel merito, condivide ed esprime le
proprie riflessioni e preoccupazioni
riguardo alle modifiche che coinvolgono la scuola primaria e la
scuola dell'infanzia.






In particolare:





1.
Accoglie favorevolmente “le azioni di sensibilizzazione e di
formazione” alle conoscenze e competenze relative a “Cittadinanza e
Costituzione
” nella scuola primaria e dell’infanzia previste dall’art. 1 ma si interroga su quali
spazi e tempi avranno nella scuola di 24
ore settimanali anche l’educazione alla salute, l’educazione all’affettività,
l’educazione alimentare, l’educazione stradale e la sempre più importante
educazione ambientale (che permettono l’attuazione dell’art. 3 in particolare del comma 2
della nostra Costituzione).









2.
Esprime le seguenti perplessità riguardo al cambiamento del modello
organizzativo-didattico del team teaching
con “classi affidate ad un unico
docente” (art. 4 del D.L.137).






·
Nelle nostre realtà scolastiche è già largamente diffuso il
modello dell’insegnante “prevalente” ma con l’insegnante unico saranno
tolte le ore di programmazione; sarà quindi più difficile la collaborazione ed
il confronto con colleghi professionisti dell’educazione per cogliere la
complessità della realtà e per trovare strategie più efficaci in classi che
diventano sempre più eterogenee.
L’insegnante con chi e quando potrà concordare dimensioni di senso condivise
per non rimanere nella sua solitaria coerenza, semplice da gestire ma
culturalmente “povera”?






·
Nei confronti dei bambini e dei genitori
il gruppo docente, forte di valide
competenze relazionali rispetto al maestro unico, può garantire un rapporto con
pluralità di punti di vista ed una valutazione più equilibrata.






·
La divisione in ambiti disciplinari ha permesso
una graduale e progressiva specializzazione nell’insegnamento: stimolando lo
sviluppo della ricerca ed il continuo aggiornamento dei docenti e al contempo
la realizzazione di una didattica
finalizzata all’acquisizione di conoscenze ed abilità strumentali per la
formazione di competenze complesse. Al
docente unico sarà invece richiesta la capacità di padroneggiare gli aspetti
epistemologici, metodologici ed i linguaggi specifici che portano alla costruzione
dei saperi in 9/10 discipline!



Forse questo sarebbe possibile, con una
comunque evidente riduzione delle



proposte formative, nei primi due anni di
scuola primaria dove i docenti lavorano



per ambiti disciplinari allargati ma non
certo dalla terza alla quinta classe dove si



costruiscono le basi metodologiche e
linguistiche di discipline come inglese,



storia, convivenza civile, geografia e scienze.





·
L'impossibilità di effettuare uscite didattiche nel
territorio di uno o più giorni fino ad oggi è stata possibile grazie alla compresenza di più insegnanti nella classe. Un singolo insegnante non potrà garantire la sicurezza dei
bambini, soprattutto se le classi saranno sempre più numerose (la normativa sulla sicurezza
prevede il rapporto di un insegnante ogni 15 alunni). Una scuola moderna deve
saper offrire svariate opportunità culturali che certamente le mura delle aule
scolastiche non possono da sole offrire.






·
Togliendo le compresenze, già peraltro sacrificate
per coprire le supplenze, scomparirà anche la possibilità di organizzare
interventi individualizzati per alunni in difficoltà, percorsi di recupero e
attività di laboratorio a piccoli gruppi con ritmi e stili di apprendimento
differenziati per salvaguardare le peculiarità di ciascuno.





  • Nei documenti ufficiali si parla di tempo scuola privilegiato di 24 ore e la dicitura “tempo pieno” sparisce, per lasciare posto alla seguente formula: “Nei regolamenti si tiene conto comunque delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.” (art.4) e altrove si aggiunge “tenuto conto… della dotazione organica assegnata alle scuole, nel rispetto dell’autonomia delle stesse” (Schema di piano programmatico, in “Revisione degli ordinamenti scolastici”).


E' importante per noi ricordare il valore altamente educativo dell'attuale modello di tempo pieno, che non consiste semplicemente in “una più ampia articolazione del tempo-scuola”, ma piuttosto nell’essere una “scuola laboratorio di sperimentazione e di ricerca didattica continua”.

I dubbi che sorgono sono molti, soprattutto visti i tagli di organico e finanziamenti che sono previsti:

-questa “più ampia articolazione del tempo scuola” sarà garantita dallo Stato?

-chi pagherà i costi di questo ampliamento dell’orario? Il Circolo didattico? Il Comune? I genitori?

-Non sarà uno smantellamento graduale del tempo pieno, con il quale inizialmente si assorbe l’eccedenza di organico con contratto a tempo indeterminato, causata dalla riforma complessiva della scuola, smantellamento che sarà visibile in tutti i suoi effetti nel momento in cui tale eccedenza sarà assorbita con i prossimi pensionamenti?







Anche l’altra “opzione organizzativa possibile”, quella delle 30 ore, risulta realizzabile solo “nei limiti dell’organico assegnato, integrabile con le risorse disponibili presso le scuole” (Schema di piano programmatico, in “Revisione degli ordinamenti scolastici”). Anche in questo caso sorgono spontanee le domande che ci siamo posti per il tempo pieno.




  • L'insegnamento della lingua inglese doveva diventare una delle priorità della scuola pubblica. Conoscere bene almeno una lingua straniera è infatti importante in una società caratterizzata dalla globalizzaziione dell'economia e della cultura e da imponenti flussi migratori. Come affidare tale insegnamento a docenti che hanno seguito semplicemente "Un piano di formazione linguistica obbligatoria della durata di 150/200 ore"? (Schema di piano programmatico: "revisione degli ordinamenti scolastici")





    3.
    Esprime la necessità di approfondire una riflessione
    collegiale sul concetto di valutazione formativa già attualmente
    condiviso, grazie anche al lavoro del Nucleo Interno di Valutazione, in
    un’ottica di cambiamento del linguaggio ma non del processo di monitoraggio in
    itinere del percorso di insegnamento \ apprendimento. Crede che la scuola abbia
    come finalità educativa principale lo sviluppo globale dell’essere umano nelle
    sue dimensioni culturali e relazionali. Questo sviluppo reso possibile soprattutto dall'intendere la
    classe come una comunità di apprendimento all'interno della quale gli alunni
    stessi sperimentano e costruiscono
    strada facendo, in interazione con gli altri e con gli oggetti del sapere (le
    discipline), quelle competenze complesse che consentiranno loro di
    affrontare con sempre maggiore autonomia
    le “sfide” che la vita porrà nel loro cammino.






    4.
    Sempre in merito alla valutazione dei risultati
    ritiene che questa sia possibile solo se esiste una stretta coerenza tra gli
    obiettivi di competenza, l'azione didattica e la prassi valutativa e se esiste
    una seria ed efficace comunicazione valutativa, resa possibile solamente dalla
    condivisione degli strumenti interpretativi tra i diversi soggetti (alunni,
    docenti, genitori). Il vero problema sta qui, nella mancanza di condivisione
    e non nelle forme in cui la valutazione viene espressa, siano esse giudizi
    sintetici o voti numerici.
    Cosa significa avere 8 o 5 in matematica? Oppure buono
    o distinto? Il voto numerico
    non porta maggior chiarezza se non sappiamo a che livello di competenza esso
    corrisponda e l'averlo fatto credere ha come unico risultato quello di
    banalizzare questioni che hanno ben altro spessore.






    5.
    Si interroga se l’innalzamento del rapporto alunni-classe
    (Quadro degli interventi dello schema programmatico) terrà conto delle singole
    capienze e dei problemi di sicurezza
    nelle aule delle nostre scuole.






    6.
    Si chiede cosa accadrà nelle nostre scuole con la ridotta presenza
    dei collaboratori
    scolastici così preziosi per il buon funzionamento
    dell’organizzazione della vita scolastica quotidiana.






    7.
    Attende con favore: “gli interventi
    per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti scolastici
    ovvero di impianti e strutture sportive dei medesimi”
    (art. 1 bis).



8.
auspica, infine, che vengano rivisti i tagli indiscriminati alla
scuola
che determineranno una
riduzione del personale della scuola (insegnanti e ATA), la riorganizzazione
della rete scolastica con la chiusura di numerose scuole ed istituti, la
revisione dei piani di studio e dei quadri orari nei diversi ordini di scuola,
la riduzione dei centri territoriali per l’educazione degli adulti e dei corsi
serali (Legge 133/2008 e Schema di piano programmatico). Tali provvedimenti infatti porterebbero ad un abbassamento culturale e
competitivo del nostro sistema di formazione rispetto agli altri paesi europei.










A seguito elenchiamo le richieste del Collegio da votare
singolarmente punto per punto.



Il
Collegio quindi:



Ø
condivide appieno la necessità di continuare nella ricerca e nella sperimentazione per un progressivo miglioramento del sistema di istruzione pubblica al fine di renderlo sempre più
qualificato,
ma, nello stesso tempo, rivendica la dignità e la
professionalità del lavoro dei docenti
che, con fatica, passione, e senso
di responsabilità, hanno contribuito a portare la scuola dell’infanzia e
primaria a livelli elevati nel panorama internazionale (indagine sui livelli di comprensione della
lettura IEA PIRLS del 2006 ); ( anna ed
helga )






Ø si augura di poter
continuare a lavorare in una scuola
pubblica che garantisca
i giusti mezzi per sostenere l’inserimento degli
alunni in difficoltà, il riconoscimento delle potenzialità di ciascuno
sviluppando l’eccellenza ed il successo formativo ed il rispetto e la
valorizzazione della diversità in un'ottica interculturale;



( anna ed helga )





Ø
chiede l'applicazione di quanto previsto dagli articoli 4, 5 e
8 del D.P.R. 275/99 ( autonomia
scolastica
) in merito alla definizione della didattica,
dell'organizzazione e dei curricoli, che permetterebbe alle scuole una effettiva
autonomia organizzativa e didattica
in grado di articolare l'offerta
formativa sulla base delle reali esigenze sia delle famiglie che del territorio
e di rispondere al meglio alle necessità formative dei nostri alunni i quali
dovranno misurarsi con un futuro impegnativo e in parte imprevedibile;
(orianna)



Ø
chiede che sia assegnato alle scuole l’organico funzionale
necessario a garantire
un'articolazione del tempo-scuola come sopra
delineato, quindi con possibilità di offrire modelli con un ( orario ) tempo-scuola diversificato come già
avviene nel nostro Circolo; (orianna)



Ø
chiede che sia messo in campo un serio ed efficace sistema di
valutazione del servizio scolastico nazionale
; (orianna)



Ø

NELLA SCUOLA
NOI VOGLIAMO CONTINUARE A CREDERE ED INVESTIRE, PERCHE’ LA SCUOLA E’ IL NOSTRO
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roberta

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